2017 – 2018

TEMI DELLA RASSEGNA

Un tema attuale che vuole porre in primo piano il ruolo del giornalismo e dei giornalisti e il ruolo dell’informazione nel passato e nel presente con uno sguardo al futuro.

L’idea della rassegna “Cinema e Giornalismo: scoop e fake news” nasce in un momento epocale per l’informazione e il ruolo dei media, soprattutto online, in Italia e nel mondo.

Mai la libertà di stampa è stata così minacciata: secondo il rapporto 2017 di Reporters sans Frontieres nella sua classifica annuale, l’Italia ha guadagnato 25 posizioni, passando dal 77° al 52° posto, pur restando il peggiore tra gli Stati dell’Unione Europea. La situazione è definita “difficile” o “molto grave” in 72 paesi, fra cui Cina, Russia, India, quasi tutto il Medio Oriente, l’Asia centrale e l’America centrale, oltre che in due terzi dell’Africa. Ultima assoluta, come sempre, la Corea del Nord, preceduta da Turkmenistan ed Eritrea. In testa alla classifica, la Finlandia ha ceduto il primo posto che deteneva da 6 anni alla Norvegia.

Il quadro annuale di Reporters sans Frontieres è da sempre una (anche discutibile) cartina di tornasole per misurare lo stato della libertà di stampa e di parola, del grado di democrazia di ogni paese perché la delegittimazione del giornalismo svincola il potere dal “pericolo” di un giudizio critico, e consente di gestire in rapporto diretto – senza “disturbatori” –  la società.

Joseph Pulitzer (al suo nome è intitolato il premio più prestigioso del mondo dedicato al giornalismo) diceva che l’opinione pubblica è la corte suprema di ogni società, ma sottolineava che questo si ha soltanto quando la società è «bene informata». Altrimenti, l’opinione pubblica è una pura astrazione concettuale.

Il giornalismo, e la figura del giornalista, sono diventati dunque emblemi di quello che nel secolo scorso si chiamava “quarto potere”: una miniera di racconti, denunce, spunti, riflessioni sul rapporto fra cittadino e istituzioni, verità e bugia, giustizia e torti. I media, oggi con la diffusione capillare dei Social, sono diventati un luogo narrativo in cui si può leggere fra le righe il nostro rapporto con la libertà, la privacy, il diritto/dovere a una informazione obiettiva e corretta.

Va da sé che il cinema, potente catalizzatore di storie ed emozioni, specchio dei mutamenti della società, s’è presto impadronito della materia, creando – soprattutto negli Stati Uniti – un genere, chiamato “newspaper movie” ma negli ultimi tempi ribattezzato “media movie” (perché la carta stampata, rispetto ai nuovi mezzi di informazione legati alla tecnologia, ha visto ridotto il suo predominio).

Il progetto vuole dunque offrire uno spaccato della visione cinematografica della professione giornalistica attraverso film che raccontano di giornalismo e giornalisti, declinati o inseriti in altrettanti filoni classici (guerra, inchiesta, western, commedia, eccetera) e che hanno prodotto una filmografia sterminata.

Cinema e giornalismo sono diventati un connubio formidabile, molto amato dal pubblico anche per l’inconscia possibilità di identificazione che il ruolo del reporter ha nella società: essere cioè un cane da guardia della libertà, svelare i misfatti dei potenti, far aprire gli occhi all’opinione pubblica sulle ingiustizie, denunciare il marcio che ci sta intorno.

Il giornalista – che nel cinema americano è sempre perfettamente inserito e riconoscibile nel meccanismo narrativo – è insomma allo stesso tempo un filtro che si pone tra la notizia e il lettore/fruitore ma anche un anello “influenzabile” di questo rapporto: può essere professionale, onesto, coraggioso, eroico e pure cinico, traditore, approfittatore, corrotto; chiama in causa un sistema governato da poteri forti (il ruolo degli editori, quasi sempre collegato alla politica) e naturalmente la forza del mezzo col quale si esprime per informare (carta stampata, radio, tv, internet). Per cui, sintetizzando, il giornalista oscilla tra due poli estremi: “da un ideale solo positivo di giornalismo che coniuga aderenza ai fatti, correttezza nei metodi, e mordente nell’esposizione attraverso cui garantirsi una vasta risonanza popolare, ad un ideale completamente negativo di giornalismo che ottiene una popolarità ancora superiore attraverso il ricorso all’affabulazione e a metodi scandalistici”.

Una variante moderata è rappresentata dallo story journalism “che recupera nel metodo parte di quella dimensione positiva di cui compromette comunque l’insieme sposando la logica della story dell’affabulazione, dal distacco dal reale”. Un altro modello, “è rappresentato dalla tradizione del giornalismo muckraker. Aggressivo e battagliero, questo modello condivide con il giornalismo crusader il realismo critico e la tensione morale, ma non ne possiede la correttezza, la lungimiranza riflessiva che salvaguardia dal rischio di commettere errori le cui conseguenze possono rivelarsi fatali”. (Elena Dagrada in “Cinema e giornalismo”, Lindau).

Sul grande schermo si è spesso cristallizzato uno stereotipo del giornalista, giocando per esempio sull’abbigliamento e il portamento: vestiti dimessi o eleganti, a seconda dell’estrazione sociale o della condizione individuale (non mancano mai i riferimenti all’alcol), penna e taccuino in mano, cappello con la scritta “press” infilata sul lato, oppure microfono e telecamera esibiti con sfrontatezza. Ma al di là dell’aspetto figurativo che serve a catturare e fidelizzare lo spettatore, contano le storie, anzi la storia che si va a raccontare: ed è qui tra l’inchiesta che vuole aprire squarci di verità e la rincorsa allo scoop che si forma il genere classico del newspapermovie: un giornalismo più narrativo che riflessivo, che informa senza mai rinunciare al mordente del racconto, e che si preoccupa di coinvolgere il lettore/spettatore emotivamente, più e prima che interessarlo intellettualmente.

Ripercorrere attraverso la rassegna il tema “Cinema e giornalismo” significa intanto ricordare che cinema e stampa hanno una popolare radice comune, nascono praticamente insieme alla fine dell’Ottocento e subito si contaminano l’un con l’altro; e soprattutto significa volgere lo sguardo al modo in cui è cambiato – se è cambiato – il rapporto del cittadino con le fonti d’informazione, quanta coscienza critica ha alimentato il cinema attraverso le storie mutuate dal giornalismo o quanto il ruolo stesso del reporter abbia  influito nella costruzione di una società più giusta e responsabile.

I modelli narrativi forti ed esemplari restano quelli hollywoodiani, a partire da Quarto potere di Welles che svela l’anima dei grandi tycoon dell’editoria, fino al recente Il caso Spotlight di McCarthy che ritorna al giornalismo investigativo che fece la fortuna di Tutti gli uomini del presidente di Pakula In mezzo tante variazioni, dal cinismo de L’asso nella manica di Wilder alla mondanità di Accadde una notte di Capra e Piombo rovente di Mackendrick, all’ambiente sportivo con Il colosso d’argilla di Robson fino alla commedia La signora venerdì di Hawks e Prima Pagina di Wilder, la tv in Quinto potere di Lumet, Dentro la notizia  di Brooks e Goodbye and good luck  di Clooney e la radio di Talk radio di Stone, e fino ai documentari di denuncia di Michael Moore. Si può continuare per pagine e pagine con la cinematografia americana sul tema, più curioso è verificare quanto il genere abbia messo radici in Italia. Certo, la figura del giornalista è presente, nella società – soprattutto in quella del boom economico – è una figura che ha un ruolo preminente, anche se rari sono i film in cui è protagonista (vedi il Sordi di Una vita difficile o il Mastroianni de La dolce vita); solo con gli anni del terrorismo il giornalista ritrova al cinema ruolo e missione che gli competono (Sbatti il mostro in prima pagina, Tre colonne in cronaca e, sotto metafora, Sostiene Pereira), fino ad arrivare ai casi di camorra e mafia o ai misteri d’Italia (Fortapàsc, Il muro di gomma, La verità sta in cielo, Il prezzo della verità).

Fake news è un’espressione inglese traducibile in italiano con “notizie false”. La si utilizza per indicare quelle fonti che “inventano del tutto le informazioni, disseminano contenuti ingannevoli, distorcono in maniera esagerata le notizie vere”. Questa definizione è di Melissa Zimdars, docente di comunicazione al Merrimack College di North Andover (Massachusetts).

Un problema divenuto di stringente attualità dopo le ultime elezioni americane, nelle quali il fenomeno, secondo gli analisti, avrebbe avuto un impatto determinante nell’affossamento di Hillary Cinton e la conseguente ascesa di Donald Trump. Ma anche dall’analisi della “socialsfera”, nella quale le bufale online proliferano, raggiungendo un numero indeterminato di utenti.

Il fenomeno, però, getta le sue basi indietro nel tempo, e non coinvolge solo il settore giornalistico ma ha riguardato, e riguarda, anche quello cinematografico. Infatti, a volte, una fake news può far nascere un mito che segna una generazione, come è accaduto negli anni ’70 con “La febbre del sabato sera”.

La febbre del sabato sera (1977) è tratto da un articolo pubblicato nel 1976 su New York Magazine: Tribal Rites of the New Saturday Night. Nel cappello introduttivo l’autore Nik Cohn aveva scritto: “Tutto quello che è descritto in questo articolo è reale e o ne sono stato testimone diretto, o mi è stato raccontato dalle persone coinvolte. Solo i nomi dei principali personaggi sono stati cambiati”.

Vent’anni dopo, però, Cohn vuotò il sacco: quello storico articolo, che aveva segnato tante carriere, era inventato. Certo, alcuni elementi erano basati su fatti reali, ma la storia era frutto della sua fantasia, così come i personaggi.

Ma il fenomeno è di ben più ampio respiro.

Pellicole come “I am not your negro”, “Il caso Spotlight”, serviranno da spunto per affrontare la tematica delle fake news e delle sue implicazioni sulla nostra società, che verranno discusse e ampliate nel seminario.

Il progetto “Cinema e Giornalismo: tra scoop e fake news”, raccoglie un tema attuale e sentito da un pubblico molto vasto. Tutti i giorni infatti si viene a contatto con problematiche legate alla libertà di stampa, al ruolo dei giornalisti e del giornalismo, alla deontologia, ai cosiddetti “bavagli”, ma anche alle “fake news” e al cambiamento epocale che si sta attuando in questi anni con l’espansione del citizen journalism, con la pluralità di canali di informazione, sempre più smart e a volte purtroppo spesso privi della possibilità di verificare le fonti o controllare la viralità delle ormai note “bufale” che di giornalistico hanno ben poco, fino ad arrivare all’etica del giornalismo nell’era del digitale.

Sarà dunque prevedibile, per un tema così caldo e di estrema attualità, catturare l’attenzione, non solo degli spettatori-soci tesserati, che da anni seguono le scelte di programmazione al cinema Greenwich d’essai gestito dalla Associazione “Settima Arte”, ma anche di tutti coloro che abbiano a che fare con la “comunicazione” e “l’informazione”, sia per motivi di studio (università, ma anche scuole superiori), sia per motivi di lavoro (giornalisti, comunicatori, avvocati, etc).

L’obiettivo principale del progetto “Cinema e Giornalismo: tra scoop e fake news”  è quello di fornire agli spettatori (attraverso la varietà dei film in programma e i momenti di riflessione dati dagli esperti che presenteranno i temi dei film e di quelli che animeranno il seminario) un percorso cronologico che consenta di potersi affacciare all’evoluzione del giornalismo nel tempo e collocare, attraverso ogni opera cinematografica, la prospettiva storica e culturale di riferimento, così da poter avere una visione completa dell’importanza che il giornalismo ha avuto e ancora ricopre nella società.

TEMPI E FILM DELLA RASSEGNA E DEL SEMINARIO

Il progetto “Cinema e Giornalismo: tra scoop e fake news” avrà inizio con le proiezioni cinematografiche tra l’autunno 2018 e la primavera 2019.

I titoli della rassegna, raccolti secondo diverse tematiche, sono i seguenti:

I CONTRIBUTI DI ESPERTI NELLA RASSEGNA

Durante la rassegna e il seminario sono previsti interventi finalizzati al confronto e alla discussione delle tematiche e saranno curati direttamente dal direttore artistico della rassegna (vedi C.V.).

Tali presentazioni forniranno notizie sugli aspetti tecnici dei film e per le implicazioni etico e sociali che la tematica vuole sviluppare.

Gli interventi previsti sono i seguenti:

RASSEGNA

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Celestino Tabasso

Giornalista professionista, presidente dell'Associazione stampa sarda (sui temi inchiesta e fake news)
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Pietro Picciau

Giornalista professionista, docente di "Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico" presso la Facoltà di Studi umanistici (sui temi cronaca nera e cronaca)
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Sergio Naitza

giornalista professionista, critico cinematografico, documentarista (sui temi scoop e giornalisti e redazioni)

SEMINARIO

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Francesco Birocchi

Presidente dell'Ordine giornalisti della Sardegna, coadiuvato da altri giornalisti ed studiosi del settore

IL PUBBLICO

I vari interventi destinati all’informazione/formazione del pubblico sono stati progettati per essere diretti – a seconda del caso :

  • A tutti i potenziali utenti della Rassegna;
  • Al pubblico presente in sala;
  • A studenti delle scuole secondarie e universitari principalmente quelli dei corsi specifici di Scienze della comunicazione, Lettere, Giurisprudenza, Economia e quanti potenzialmente siano interessati ad approfondire l’argomento;
  • A Enti o Associazioni legate alla stampa, uffici stampa, ordine dei giornalisti. 

 

L’INFORMAZIONE RIVOLTA AGLI SPETTATORI

Per gli spettatori presenti in Sala gli interventi consisteranno in:

  • Brevi presentazioni tecniche su ciascuna Tematica e sulle caratteristiche dei relativi film (autori, interpreti, anno di produzione, durata, etc.);
  • Commenti di esperti sulle tematiche affrontate nella diverse e sulle possibili analogie tra il contesto rappresentato e la realtà (nazionale e locale).

Per i partecipanti al seminario:

  • Presentazione del seminario;
  • Relazione presentata dagli ospiti sulle tematiche del seminario;
  • Discussione con domande da parte dei partecipanti

I contributi di esperti nella Rassegna

 

Gli interventi finalizzati a fornire brevi informazioni e sussidi informativi per i film e il seminario, saranno curati direttamente dal direttore artistico della Rassegna (vedi C.V.).

Materiali promozionali

Il materiale destinato alla promozione e alla pubblicizzazione della Rassegna comprende:

  • Catalogo dei film proiettati con schede tecniche descrittive e brevi commenti di recensione;
  •  Locandine, realizzate dalla Associazione, da affiggere negli esercizi commerciali cittadini e da inviare ai Soci unitamente a:
  • Schede descrittive su film, autori e interpreti dei film in programmazione;
  • Brevi filmati saranno realizzati e proiettati in sala a titolo di promemoria sul programma;
  • Periodici comunicati stampa saranno inviati a giornali e Tv locali;
  • Cartelle contenenti materiali informativi sarà distribuito in occasione della presentazione ufficiale del Progetto alla Stampa e, ampliato, durante il seminario;

Sarà attivato un mini sito web dedicato e sarà utilizzata la pagina Fb del Greenwich d’Essai, che conta oltre 12 mila fan per diffondere a livello social tutte le informazioni prima durante e dopo l’evento.

Divulgazione dei risultati della Rassegna

La principale forma prevista per la divulgazione dei risultati della Rassegna è costituita da:

  • Divulgazione di notizie aggiornate in tempo reale sui Social Network e sul sito web dedicato;
  • Redazione e diffusione di Comunicati stampa;
  • Questionari distribuiti agli spettatori sul gradimento dei film presentati nel corso della Rassegna forniranno dati utili alla redazione dei comunicati per la stampa e per i Social Network in cui già esiste una pagina della Associazione “Settima Arte”. 

Al cinema con 3€

Hai fino a 25 anni? Il martedì il biglietto costa 3 euro

Un’iniziativa rivolta ai giovani fino ai 25 anni, frequentatori del Greenwich: per tutta la stagione, il Martedì, l’ingresso al cinema avrà un costo di 3,00 euro*.

Il meglio del cinema d’essai e di qualità al centro della città.

 

*Sono esclusi da questa promozione i film della rassegna de “Il Cinema Ritrovato” e “Eventi” di breve durata.

Tesserati CRAL

Sconti e agevolazioni per i possessori

Dal 1 ottobre 2014 è operativa la convenzione con il C.R.A.L. della Regione Sardegna e C.R.A.L. Sanità Riunita Sardegna che prevede le seguenti agevolazioni a favore di tutti i tesserati C.R.A.L.

Mostrando la tessera si avrà diritto ai seguenti sconti e agevolazioni:

MARTEDI’: Biglietto al costo di 3 € per tutti gli spettacoli;
VENERDI’: Biglietto al costo di 5 € per il primo spettacolo
SABATO: Biglietto al costo di 5 € per per il primo spettacolo
DOMENICA: Biglietto al costo di 5 € per per il primo e ultimo spettacolo

Per tutti i tesserati CRAL inoltre, per la stagione in corso, sarà applicato uno sconto del 20% sul prezzo stabilito per l’affitto delle sale per riunioni, incontri, eventi, convegni etc.